venerdì 12 dicembre 2008

NATI DIGITALI. UNA GENERAZIONE SENZA AVI


Venerdì 28 novembre 2008

Nati digitali
Tendenze di una generazione senza avi

Accademia dei Lincei


I “Nati Digitali”, figli degli anni novanta cresciuti con il Word Wide Web, oggi hanno 16-18 anni e rappresentano una realtà nuova, con la quale si deve fare i conti.
Questo è il messaggio lanciato dal convegno tenutosi il 28 novembre scorso all’Accademia dei Lincei di Roma in memoria di Giovanni Giovannini. Giornalista ed editore che, seguendo la sua curiosità per le trasformazioni del mondo, soprattutto in ambito digitale, ha aggregato le menti più avanzate per diffondere la conoscenza sull’innovazione.
«I ragazzini nati con Internet? Una generazione si può frenare o aiutare, ma la prosperità di un paese dipende da loro». Così ha esordito il prof. Michael Wesh, docente della Kansas University nel suo intervento alla conferenza “Nati Digitali”.
Numerosi i relatori che si sono susseguiti durante l’intensa giornata dedicata alle nuove generazioni dette anche “senza avi”.
Negli ultimi tre mesi su YouTube è stato caricato «più materiale video di quanto sia stato mai diffuso via etere da tutti i maggiori network televisivi insieme». E l`88% di questo materiale è rappresentato da contenuti nuovi e originali, la maggior parte dei quali creati da gente che fino a ieri era considerata l`«audience» dei programmi televisivi.
È la generazione dei «Nati Digitali», una realtà nuova che va capita perché porta con sè straordinarie potenzialità, ma anche grandi rischi, questa la posizione di Derrick de Kerckhove, massmediologo ed erede di Marshall McLuhan.
I Nati Digitali, spiega de Kerkhove, sono sempre connessi ad Internet, con il PC o il telefonino. In Corea il 51% dei bambini tra due e cinque anni usa Internet. È una generazione che si confronta con quella degli Immigrati digitali, coloro, cioè, che sono nati prima di Internet e che faticano a comprendere una realtà che per giovanissimi e adolescenti è invece naturale, scontata. Secondo lo studioso, stiamo arrivando a un immaginario oggettivo: «lo schermo è diventato il punto privilegiato d’ingresso per la mente dei Nati Digitali (gli 'screenagers') che si spostano letteralmente in rete, e c'è un’evidenza neurologica di differenze tra chi usa Internet e chi no. Hanno anche future maggiori potenzialità sul lavoro». «I Nati Digitali – ha spiegato – sono 'multitasking', possono cioè fare più cose contemporaneamente. Sono transculturali, globali e aggreganti virtualmente. Per l’Italia una delle decisioni da prendere urgentemente è quella di occuparsi di loro, capirli, aiutarli, aprire l’accesso a Internet e non chiuderlo».
Gianpiero Lotito, responsabile di Kataweb, afferma che l’avvento dei new media non ha spodestato i tradizionali mezzi di comunicazione, ma ha avviato un processo di integrazione con la dimensione multimediale.
Luca De Biase, responsabile di “Nova24”, insiste invece sulla duplice relazione fra rete e gerarchia nell’ambito tecnologico, rapporto vissuto differentemente dalle generazioni attuali rispetto a quelle precedenti. Fondamentale l’esempio di Facebook in Italia, ultima piattaforma del social networking, che è passata da 500 mila iscritti del luglio 2008, a un milione in agosto fino ad arrivare ai 3 milioni attuali. De Biase, inoltre, sottolinea l’importanza di coltivare un linguaggio colto ma allo stesso tempo comune, che riesca ad incentivare le nuove generazioni.
Paolo Liguori, direttore di TgCom, afferma che: «Il Web 2.0 non ha al centro la comunicazione, ma le relazioni sociali. Il problema non è rappresentato dalla generazione dei nativi di Internet, ma dal fatto che quella precedente deve fungere necessariamente da ponte, in caso contrario lasceremo i giovani senza i contenuti e in mano alla tecnocrazia». Proprio per questo motivo, Paolo Liguori sottolinea l’importanza di una “alfabetizzazione informatica” al più presto concretizzata.
Cesare Protettì, capo redattore centrale dell’agenzia Apcom, è in linea con il pensiero espresso dal collega Paolo Liguori, sottolinea la necessità di insegnare un nuovo linguaggio e di educare al Web 2.0.
Federica Guarany
Maria Laura Barbuto
Caterina Cerino
Benedetta Spazzoli
Alessandra Zompatori

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