domenica 28 dicembre 2008

Forse tornare bambini è l'unico modo per gustare la magia del Natale.


Immersa nell'atmosfera natalizia niente mi appare come quando ero bambina....

Il Natale è una festa che si gusta da bambini: a quell'età, in quel giorno, tutto il mondo ci appare mite e carico di segreti lucenti e colorati, e sembra chinarsi verso di noi a considerarci, a sorriderci, a farci doni.

Poi da giovani prevale l'insofferenza, il fastidio per le tradizioni, la voglia di correre altrove...

Da adulti vince la nostalgia del tempo passato e delle persone che non ci sono più.

Dunque bisogna tornare bambini: è l'unico modo per godersi il Natale.

sabato 13 dicembre 2008

Piena fiume Tevere 12/12/08 Isola Tiberina.

Roma sott'acqua: il Tevere fa paura, la pioggia uccide.

Allagamenti nelle strade e abitazioni evacuate, alberi caduti e cedimenti del manto stradale: la capitale è andata in tilt per la pioggia battente. Con la paura che il Tevere, a livelli di guardia di 13 metri, e il suo affluente Aniene, rompessero gli argini. La Protezione civile e i vigili del fuoco hanno dovuto far fronte all'allarme rosso di ponte Sant'Angelo, per i barconi che si sono disancorati andando a ostruire le arcate. Non sono mancate le tragedie: un irlandese di 27 anni, che forse aveva bevuto troppo, è caduto nel Tevere mentre osservava lo "spettacolo" della piena. A Monterotondo, 30 chilometri a nord di Roma, una donna di 54 anni è annegata in un sottopassaggio, sommersa da acqua e fango nella sua auto.

venerdì 12 dicembre 2008

NATI DIGITALI. UNA GENERAZIONE SENZA AVI


Venerdì 28 novembre 2008

Nati digitali
Tendenze di una generazione senza avi

Accademia dei Lincei


I “Nati Digitali”, figli degli anni novanta cresciuti con il Word Wide Web, oggi hanno 16-18 anni e rappresentano una realtà nuova, con la quale si deve fare i conti.
Questo è il messaggio lanciato dal convegno tenutosi il 28 novembre scorso all’Accademia dei Lincei di Roma in memoria di Giovanni Giovannini. Giornalista ed editore che, seguendo la sua curiosità per le trasformazioni del mondo, soprattutto in ambito digitale, ha aggregato le menti più avanzate per diffondere la conoscenza sull’innovazione.
«I ragazzini nati con Internet? Una generazione si può frenare o aiutare, ma la prosperità di un paese dipende da loro». Così ha esordito il prof. Michael Wesh, docente della Kansas University nel suo intervento alla conferenza “Nati Digitali”.
Numerosi i relatori che si sono susseguiti durante l’intensa giornata dedicata alle nuove generazioni dette anche “senza avi”.
Negli ultimi tre mesi su YouTube è stato caricato «più materiale video di quanto sia stato mai diffuso via etere da tutti i maggiori network televisivi insieme». E l`88% di questo materiale è rappresentato da contenuti nuovi e originali, la maggior parte dei quali creati da gente che fino a ieri era considerata l`«audience» dei programmi televisivi.
È la generazione dei «Nati Digitali», una realtà nuova che va capita perché porta con sè straordinarie potenzialità, ma anche grandi rischi, questa la posizione di Derrick de Kerckhove, massmediologo ed erede di Marshall McLuhan.
I Nati Digitali, spiega de Kerkhove, sono sempre connessi ad Internet, con il PC o il telefonino. In Corea il 51% dei bambini tra due e cinque anni usa Internet. È una generazione che si confronta con quella degli Immigrati digitali, coloro, cioè, che sono nati prima di Internet e che faticano a comprendere una realtà che per giovanissimi e adolescenti è invece naturale, scontata. Secondo lo studioso, stiamo arrivando a un immaginario oggettivo: «lo schermo è diventato il punto privilegiato d’ingresso per la mente dei Nati Digitali (gli 'screenagers') che si spostano letteralmente in rete, e c'è un’evidenza neurologica di differenze tra chi usa Internet e chi no. Hanno anche future maggiori potenzialità sul lavoro». «I Nati Digitali – ha spiegato – sono 'multitasking', possono cioè fare più cose contemporaneamente. Sono transculturali, globali e aggreganti virtualmente. Per l’Italia una delle decisioni da prendere urgentemente è quella di occuparsi di loro, capirli, aiutarli, aprire l’accesso a Internet e non chiuderlo».
Gianpiero Lotito, responsabile di Kataweb, afferma che l’avvento dei new media non ha spodestato i tradizionali mezzi di comunicazione, ma ha avviato un processo di integrazione con la dimensione multimediale.
Luca De Biase, responsabile di “Nova24”, insiste invece sulla duplice relazione fra rete e gerarchia nell’ambito tecnologico, rapporto vissuto differentemente dalle generazioni attuali rispetto a quelle precedenti. Fondamentale l’esempio di Facebook in Italia, ultima piattaforma del social networking, che è passata da 500 mila iscritti del luglio 2008, a un milione in agosto fino ad arrivare ai 3 milioni attuali. De Biase, inoltre, sottolinea l’importanza di coltivare un linguaggio colto ma allo stesso tempo comune, che riesca ad incentivare le nuove generazioni.
Paolo Liguori, direttore di TgCom, afferma che: «Il Web 2.0 non ha al centro la comunicazione, ma le relazioni sociali. Il problema non è rappresentato dalla generazione dei nativi di Internet, ma dal fatto che quella precedente deve fungere necessariamente da ponte, in caso contrario lasceremo i giovani senza i contenuti e in mano alla tecnocrazia». Proprio per questo motivo, Paolo Liguori sottolinea l’importanza di una “alfabetizzazione informatica” al più presto concretizzata.
Cesare Protettì, capo redattore centrale dell’agenzia Apcom, è in linea con il pensiero espresso dal collega Paolo Liguori, sottolinea la necessità di insegnare un nuovo linguaggio e di educare al Web 2.0.
Federica Guarany
Maria Laura Barbuto
Caterina Cerino
Benedetta Spazzoli
Alessandra Zompatori

sabato 22 novembre 2008

E' morto Sandro Curzi, il padre del Tg3.

E' morto questa mattina a Roma, all'età di 78 anni, dopo una lunga malattia il politico e giornalista Sandro Curzi. Militante nel Partito Comunista, poi in Rifondazione Comunista con Fausto Bertinotti, Curzi è stato storico direttore del Tg3 dal 1987 al 1993 e del quotidiano "Liberazione". Attualmente ricopriva il ruolo di consigliere d'amministrazione della Rai.
"Con la scomparsa di Sandro Curzi l'Italia perde un maestro del giornalismo, una voce lucida, critica, coerente". ha detto in un comunicato il direttore generale della Rai, Claudio Cappon. "La Rai perde uno dei sui protagonisti, un professionista che ha contribuito a fare la storia dell'Azienda che se è oggi ancora un punto di riferimento per gli italiani lo deve anche a lui".
Ma tracciamo ancor più da vicino il profilo del padre del Tg3.
Nato nel 1930,durante la seconda guerra mondiale, mentre frequentava il liceo nella capitale, Curzi era entrato nei gruppi di resistenza antifascista vicini al partito comunista. Il suo impegno politico si è svolto all'interno dei mass media ,quando era infatti ancora adolescente, sull'Unità «clandestina» per raccontare l'assassinio di uno studente da parte di fascisti. Ma è nel dopoguerra che comincia la sua attività ufficiale di giornalista in diverse testate della sinistra. Tra il '47 e il '48 lavora al settimanale Pattuglia insieme a Giulio Pontecorvo e, nel '49, a la Repubblica d'Italia fino a diventare capo redattore di Gioventù nuova diretta da Enrico Berlinguer. Nel '56 fonda Nuova generazione e nel '59 passa all'Unità e dopo esserne stato direttore, nel 1964 diventa responsabile stampa e propaganda della direzione del Pci. Nel '67 ricopre il ruolo di vicedirettore a Paese Sera.
Dalla metà degli anni '70 arriva l'impegno con la televisione: entra infatti in Rai nel 1975 e l'anno successivo con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla terza rete televisiva della Rai, poi nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto dallo stesso Agnes. Nel 1987 è Curzi a dirigere il Tg3 e a dare al telegiornale una impronta inconfondibile, veloce e aggressiva che dà voce alle istanze della sinistra italiana interpretando gli umori di una crescente insofferenza verso la cosidetta prima Repubblica. Soprannominato per questo, dagli avversari politici, «Telekabul» (dalla capitale dell'Afghanistan occupata dall'Urss negli anni '70), il Tg3 cresce in spettatori (da poco più di 300 mila ai 3 milioni del '91) e autorevolezza.
Nel '92 pubblica con Corradino Mineo il libro «Giù le mani dalla Tv» (Sperling e Kupfer) e nel '93, in contrasto con il nuovo consiglio d'amministrazione della cosiddetta Rai dei professori (direttore generale Gianni Locatelli e presidente Claudio Demattè), si dimette. Passa prima a dirigere il Tg dell'allora Tele Montecarlo e poi, dal 1998 al 2005, dirige Liberazione (quotidiano di Rifondazione Comunista).
Dal 2005, eletto con i voti di Rifondazione, dei Verdi e della sinistra del Pds, diventa consigliere d'amministrazione della Rai di cui per tre mesi è stato anche presidente in qualità di consigliere anziano, prima di lasciare il posto a Claudio Petruccioli. Comunista e antifascista convinto, politico abile, Curzi si è spesso distinto per posizioni non banali e non sempre in linea con i diktat di partito: basti pensare alle aperture, allora non scontate, del suo Tg3 alle posizioni di Papa Giovanni Paolo II o, più di recente in Rai, all'astensione sulla proposta di licenziamento del direttore di Rai fiction, Agostino Saccà.
E' stato un uomo che ha fatto dell'informazione la sua passione di vita e che, come ha ricordato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha saputo servire le istituzioni e ricoprire posti di elevata responsabilità, senza perdere la sua spontaneità e profondità intellettuale manifestando sempre una naturale bontà umana. Una persona che, nonostante la sua sana posizione, non si è mai tirato indietro da un civile confronto e dall'onesta testimonianza.
Il giornalismo italiano dice così addio a uno dei personaggi più brillanti della stampa nazionale.

giovedì 20 novembre 2008

La politica & il web

Barack Obama è probabilmente destinato ad essere ricordato,per la sua campagna elettorale che potremmo definire 2.0, da numerosi storici, politologi ed esperti di comunicazione. Non è però il solo a mostrare di essere al passo con i tempi. La regina d'Inghilterra, infatti, da tempo ha intuito le potenzialità del web e si è dichiarata una assidua frequentatrice di Youtube. Su questo sito la casa reale ha creato il canale "The Royal Channel" dove è possibile vedere contenuti video che ripropongono i momenti più significativi della monarchia britannica. Originale è stata l'iniziativa della regina di trasmettere su questo canale il tradizionale messaggio natalizio di auguri.
Una comunicazione immediata e naturale è quella utilizzata dalla regina, una comunicazione che pertanto risulta essere distante da quella del passato,come mostra lo stesso video che ripropone anche uno spezzone del messaggio di auguri del 1957 .



Cellulare, i-pod, posta elettronica sono strumenti utilizzati dalla regina e questo dimostra come la monarchia britannica, nel corso degli anni, si sia sempre interessata alle nuove tecnologie. Queste non sono però solo una prerogativa dell'America e della Gran Bretagna, ma anche in Francia il presidente Nicolas Sarkozy ha sposato la politica del web. Il presidente ha, infatti, intensificato la sua presenza on-line attraverso un sito ufficiale ricco di video, tabelloni informativi e contenuti che consentono ad ogni utente la visualizzazione degli stessi in qualsiasi momento.

venerdì 14 novembre 2008

MARTEDì 4 NOVEMBRE 2008 L’AMERICA HA ELETTO IL SUO NUOVO PRESIDENTE: BARACK OBAMA, IL PRIMO AFRO-AMERICANO ALLA CASA BIANCA

  • L’Elezione di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti è l’ultimo atto di una straordinaria mobilitazione che ha visto il web svolgere un ruolo da protagonista. Fin dall’inizio della scalata verso la Casa Bianca, Obama ha messo al centro della sua strategia la comunicazione online ed ha utilizzando gli strumenti più innovativi della rete, i Social Media. Questa è stata la prima campagna elettorale che potremmo definire 2.0 e sarà oggetto di studio dei più attenti sociologi, politici e comunicatori in genere che vorranno utilizzare seriamente la rete come strumento di comunicazione (come scrive Martina). E televisione e radio? No! Sono "fuori moda" (Sonia).
  • Proprio come sottolinea Federica G., l'iniziale arma vincente di Obama è stata proprio il cambiamento, strategia utilizzata per contrastare la continuità, la sicurezza democratica e l'esperienza rappresentata dal suo avversario Hillary Clinton, icona della tradizione."YES WE CAN", slogan della sua campagna elettorale, ha in sè già l'immagine di una società americana che è cambiata per Caterina.
  • Obama è considerato un prodotto del mercato web, definito Presidente.com da Erika grazie al massiccio e sistematico uso dei social network, quali facebook, myspace, youtube, linked, iTunes, Twitter (come Federica M. ha scritto), ma anche dei videogiochi e della posta elettronica (Emmanuele), iPhone (Angela). Obama ha parlato a tutti gli americani con il linguaggio del tempo conquistandoli proprio attraverso il web e parlando loro attraverso i mezzi di comunicazione "della gente" (come scrivono Maria Laura B. e Maria Laura P.) Come sottolinea Andrea gli Stati Uniti d'America sono un paese talmente vasto che l'utilizzo della rete per coinvolgere e attirare i votanti appare quasi come un obbligo.
  • La "generazione Obama" è fatta di ragazzi cresciuti negli anni '90, che hanno passato la loro adolescenza tra Bush, l'11 settembre e la guerra in Iraq; il 66% degli elettori tra i 18 e i 29 anni ha votato per Obama, la loro partecipazione è aumentata del 6%, fino al 55% dell'elettorato giovanile. Un record ripreso da Silvia. La strategia di Obama è stata chiara: partire dal basso per provare ad arrivare in alto, non solo politicamente (Fabiola), ma anche cercare il voto di un elettorato "politicamente spento", che è però sensibile all'idea di cambiamento e alle tecnologie usate per veicolarla. Alessandra nel suo post scrive che i giovani nati tra l'80 e il '94 hanno parteggiato in maggioranza per Obama e in lui trovato un motivo di partecipazione, più o meno digitale e spesso straordinariamente creativa. Per Lilliana Barack Obama si sta trasformando in un forte simbolo che incarna le speranze politiche di molti giovani che erano ormai lontani dalla politica. Arianna osserva che all’indomani della vittoria, terminato il periodo elettorale, in Rete nascono e si sviluppano qua e là curiose campagne di comunicazione bottom-up, dal basso e alternative, nelle quali il dibattito è ormai tutto incentrato sulle possibilità che Obama ha di cambiare realmente le cose, non solo in America. Ci riuscirà? Gli americani sembrano non avere dubbi: "yes, Obama can!"
  • Per Ilaria B. Obama ha vinto usando Internet e ha raggiunto l'obiettivo che qualunque politico dovrebbe porsi: ascoltare le persone, confrontare le idee, fare sintesi. Il nuovo Presidente ha dimostrato non solo che l'America ha da insegnare alle altre grandi democrazie in termini di libertà e di uguaglianza, ma anche che il web ha restituito il potere al popolo (Mariano).
  • Il web, come sostiene Carola, continuerà ad essere protagonista anche durante il suo incarico presidenziale tanto è vero che nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, Obama ha presentato un nuovo sito internet grazie al quale i cittadini potranno inviargli consigli e suggerimenti partecipando, attivamente, alle scelte politiche del loro Presidente.
  • Il suo spirito creativo è stato premiato, si è guadagnato la presidenza degli USA. Il tempo delle promesse è, però, finito ed è giunto quello dei fatti. Non resta che aspettare e vedere se il suo nuovo modo di fare politica ripagherà le aspettative che ha creato (Matteo).

sabato 8 novembre 2008

Hope & Change




Per la prima volta in America diventa Presidente un uomo di colore, un uomo figlio della deportazione dei neri, un uomo che rappresenta il cambiamento che verrà portato sullo scenario americano. L'iniziale arma vincente di Obama è stata proprio il cambiamento, strategia utilizzata per contrastare la continuità rappresentata dal suo avversario Hillary Clinton, icona della tradizione.

Il Presidente di colore, in realtà, rappresenta una società che è già cambiata e che si è canalizzata su una strada che prima non esisteva. L'avvento delle nuove tecnologie e in particolare di internet ci ha cambiati, ha modificato il nostro modo di comunicare. Obama è riuscito a catturare i suoi elettori,quindi a ricevere consenso, proprio perchè ha compreso che il web ha modificato la società . Il nuovo Presidente americano ha, infatti, messo al centro della sua strategia la comunicazione online ed ha utilizzato gli strumenti più innovativi della rete. Il suo sito è un esempio di tecnologia e di interattività multimediale dove tutti possono iscriversi, interagire con gli altri o fare una donazione per la campagna elettorale grazie alla quale ha raccolto milioni di dollari dalla rete. Lo spot pubblicitario usato da Obama nella sua campagna elettorale è una strategia comunicativa che non solo fa sentire il singolo cittadino americano come parte di un unico gruppo , ma si rivolge anche al pubblico giovanile. "YES WE CAN" ha in sè già l'immagine di una società americana che è cambiata, una società non statica, ma dinamica; una società in continua evoluzione e trasformazione.





La dispendiosa campagna pubblicitaria condotta sul web non ha , infatti, portato Obama soltanto ad una mera vittoria, ma ha determinato l'aumento della percentuale dei votanti americani che hanno espresso la loro preferenza. Una strategia vincente quella attuata dall'ex senatore afroamericano che ha parlato agli americani con il linguaggio del tempo.

In una società frenetica come quella attuale internet risulta essere il mezzo di comunicazione maggiormente utilizzato in quanto è immediato ed essenziale e consente all'utente di ricevere un'informazione diretta e personalizzata. Obama si è mosso in questa direzione. L'ex senatore afroamericano sbarca così su facebook e su youtube attraverso canali dedicati interamente alla sua figura e allo sviluppo della sua campagna. Si è inserito nei cambiamenti di mentalità, di stili di vita e rapporti sociali sanciti dall'era del virtuale.

mercoledì 5 novembre 2008

Vi racconto la Mia vita

Inno alla vita ( Madre Teresa di Calcutta)

La vita è bellezza, ammirala.

La vita è un'opportunità, coglila.

La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala.

La vita è un dovere, compilo.

La vita è una ricchezza, scoprila.

La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è un gioco, giocalo.

La vita è amore, donala.

La vita è un mistero, scoprilo.

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.

La vita è un inno, cantala.

La vita è una lotta, accettala.

La vita è un'avventura, rischiala.

La vita è felicità, meritala.

La vita è la vita, difendila.

...ci hanno concesso solo una vita,soddisfatti o no qua non rimborsano mai"

... LA VITA... La MIA vita a soli 21 anni è un racconto già pieno di colpi di scena( se così si vuol dire), o per meglio far capire, io la definirei una strada lunga, difficile, contorta, colma di decisioni da dover prendere. Ma poi ci penso e credo che alla fine la vita di tutti, forse, è come la MIA, anche se ognuno ha il proprio cammino da percorrere e finisce con l'essere quindi un cammino UNICO...

... "LA VITA E' UN DONO"... concordo pienamente su questo... si tratta, però, di un DONO che viene offerto in pacchi diversi, ad ognuno il suo...

Ognuno di noi nasce in un luogo, in un determinato periodo storico, in una data famiglia e già tutte queste sono delle componenti che diversificano i pacchi tra di loro. C'è chi riceve un pacco più grande e più colorato, chi invece lo avrà più piccolo e con colori meno accesi, ma la cosa più importante è che ognuno deve accettare con AMORE il proprio perchè non potrà cambiarlo con quello che è stato assegnato ad un altro.




Il primo verso che un bambino emette quando nasce è il pianto. Piangere significa venire al mondo, significa dire "Da questo momento ci sono anch'io". ViVi dAvvERO, qUaNdO rEsPiRo Mi AccOrGo ChE eSiStO dAvvEro... IL pianto simboleggia il distacco dal grembo materno, un distacco che in realtà non esiste...la mamma è L'UNICA PERSONA CHE NON SI DISTACCHERA' MAI DA TE...




Molti sono stati i poeti,gli scrittori, i registi ed i cantautori che hanno parlato e riflettuto sulla VITA. Nonostante le difficoltà che possiamo incontrare nel nostro percorso è necessario vivere sempre con il sorriso, cercando di prendere il meglio di ciò che la vita ci offre, un pò come ci insegna il film "La vita è bella" di Roberto Benigni.

La vita è unica ed esiste solo una possibilità per fare le cose che vogliamo ed è proprio per questo motivo che ognuno di noi dovrebbe aprire velocemente quel pacco di cui parlavo prima e cogliere tutto ciò che è stato inserito dentro per NOI!!!

"Meglio falliti che in mano a questi banditi"

Fiumicino,18 settembre 2008: Il video ripropone l'ovazione ed i cori dei dipendenti Alitalia alla notizia del mancato acquisto della compagnia di bandiera italiana da parte della Cai.

La vicenda dell'Alitalia, il suo acquisto da parte della Cai, è tra i problemi che hanno inquietato l'Italia negli ultimi mesi. Al centro della questione le numerose trattative con le diverse organizzazioni sindacali. Il governo ha privilegiato le trattative con i sindacati confederali rispetto a quelle con i piloti. Tale situazione ha causato l'interruzione del negoziato da parte della Cai con il conseguente ritiro dell'offerta. Numerose sono state le manifestazioni da parte dei dipendenti della cordata italiana, i quali non accettarono la nuova gestione che l'azienda che stava nascendo intendeva attuare nei confronti della compagnia e dei rapporti con i clienti.

giovedì 16 ottobre 2008

mercoledì 15 ottobre 2008

C@NTO L@ MI@ VIT@...

Se raccontassi che quando sono nata invece di piangere, come tutti gli altri bambini, ho intonato una nota musicale nessuno mi crederebbe, riuscirei però a far capire cosa rappresenta per me la musica. Cantare per me significa vivere. Le mie giornate si nutrono di musica e suoni.
Questa mia passione mi ha dato tanto, infatti fin da piccola ho partecipato a numerosi concorsi canori riuscendo attraverso la musica a comunicare le mie emozioni, le mie gioie, i miei dolori e con essa raccontarmi. Nei momenti più bui solo ascoltare musica mi ha dato forza.
Giorgia, una cantante come poche. Sono cresciuta con le sue canzoni. La prima da me cantata, a soli otto anni, è "Come saprei". Ricordo l'ansia e l'emozione che ho provato la prima volta che ho avuto un microfono in mano.
Cantare su Rete quattro al "Festival di Napoli", su Rai uno alla "Sera dei miracoli" presentata da Simona Ventura, vincere il concorso canoro svoltosi presso l'Accademia di Cinecittà diretta da Maurizio Costanzo mi ha fatto sentire per pochi minuti una star, un personaggio del mondo dello spettacolo.
Ricordo i cinque giorni trascorsi all'interno del Campus di Cinecittà. Sveglia presto, colazione in albergo insieme a tutte le altre ragazze, trucco, parrucco e poi tutte pronte per le prove. Durante quei giorni provavamo non soltanto le canzoni, ma anche i balletti e gli abiti da dover indossare per la serata finale.
A me è stata assegnata la canzone "Gocce di memoria" di Giorgia e in quel momento ho pensato fosse un segno del destino. Proprio io avrei dovuto cantare un brano della mia cantante preferita, non riuscivo a crederci!!
Il lavoro dietro le quinte era frenetico, ricordo lo stress piacevole di quei giorni in attesa della serata finale.
Mi tremavano le gambe. Canzoni, balletti, monologhi, sfilate per quattro ore di spettacolo. E' fatta, la busta con il nome della reginetta del Campus è arrivata.
Ero nei camerini e con tutta calma cambiavo l'abito, certa che il nome pronunciato dal presentatore non poteva essere il mio. Ma ad un certo punto sento:"Miss Cinecittà arriva dalla Calabria, è Federica Guarany". Avevo vinto!! Incredula raggiungo il palco e con le lacrime agli occhi per l'emozione vedo davanti a me le luci dei flash delle macchine fotografiche.
Avevo vinto una borse di studio per un anno, ma i miei genitori mi hanno consigliato di iscrivermi all'università senza abbandonare il mio hobby.
A distanza di tre anni da quell'esperienza sono contenta della mia scelta. Poter, però, diventare una cantante rimane il mio sogno, un sogno difficile da raggiungere, un sogno al quale non intendo rinunciare.

sabato 11 ottobre 2008