sabato 22 novembre 2008

E' morto Sandro Curzi, il padre del Tg3.

E' morto questa mattina a Roma, all'età di 78 anni, dopo una lunga malattia il politico e giornalista Sandro Curzi. Militante nel Partito Comunista, poi in Rifondazione Comunista con Fausto Bertinotti, Curzi è stato storico direttore del Tg3 dal 1987 al 1993 e del quotidiano "Liberazione". Attualmente ricopriva il ruolo di consigliere d'amministrazione della Rai.
"Con la scomparsa di Sandro Curzi l'Italia perde un maestro del giornalismo, una voce lucida, critica, coerente". ha detto in un comunicato il direttore generale della Rai, Claudio Cappon. "La Rai perde uno dei sui protagonisti, un professionista che ha contribuito a fare la storia dell'Azienda che se è oggi ancora un punto di riferimento per gli italiani lo deve anche a lui".
Ma tracciamo ancor più da vicino il profilo del padre del Tg3.
Nato nel 1930,durante la seconda guerra mondiale, mentre frequentava il liceo nella capitale, Curzi era entrato nei gruppi di resistenza antifascista vicini al partito comunista. Il suo impegno politico si è svolto all'interno dei mass media ,quando era infatti ancora adolescente, sull'Unità «clandestina» per raccontare l'assassinio di uno studente da parte di fascisti. Ma è nel dopoguerra che comincia la sua attività ufficiale di giornalista in diverse testate della sinistra. Tra il '47 e il '48 lavora al settimanale Pattuglia insieme a Giulio Pontecorvo e, nel '49, a la Repubblica d'Italia fino a diventare capo redattore di Gioventù nuova diretta da Enrico Berlinguer. Nel '56 fonda Nuova generazione e nel '59 passa all'Unità e dopo esserne stato direttore, nel 1964 diventa responsabile stampa e propaganda della direzione del Pci. Nel '67 ricopre il ruolo di vicedirettore a Paese Sera.
Dalla metà degli anni '70 arriva l'impegno con la televisione: entra infatti in Rai nel 1975 e l'anno successivo con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla terza rete televisiva della Rai, poi nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto dallo stesso Agnes. Nel 1987 è Curzi a dirigere il Tg3 e a dare al telegiornale una impronta inconfondibile, veloce e aggressiva che dà voce alle istanze della sinistra italiana interpretando gli umori di una crescente insofferenza verso la cosidetta prima Repubblica. Soprannominato per questo, dagli avversari politici, «Telekabul» (dalla capitale dell'Afghanistan occupata dall'Urss negli anni '70), il Tg3 cresce in spettatori (da poco più di 300 mila ai 3 milioni del '91) e autorevolezza.
Nel '92 pubblica con Corradino Mineo il libro «Giù le mani dalla Tv» (Sperling e Kupfer) e nel '93, in contrasto con il nuovo consiglio d'amministrazione della cosiddetta Rai dei professori (direttore generale Gianni Locatelli e presidente Claudio Demattè), si dimette. Passa prima a dirigere il Tg dell'allora Tele Montecarlo e poi, dal 1998 al 2005, dirige Liberazione (quotidiano di Rifondazione Comunista).
Dal 2005, eletto con i voti di Rifondazione, dei Verdi e della sinistra del Pds, diventa consigliere d'amministrazione della Rai di cui per tre mesi è stato anche presidente in qualità di consigliere anziano, prima di lasciare il posto a Claudio Petruccioli. Comunista e antifascista convinto, politico abile, Curzi si è spesso distinto per posizioni non banali e non sempre in linea con i diktat di partito: basti pensare alle aperture, allora non scontate, del suo Tg3 alle posizioni di Papa Giovanni Paolo II o, più di recente in Rai, all'astensione sulla proposta di licenziamento del direttore di Rai fiction, Agostino Saccà.
E' stato un uomo che ha fatto dell'informazione la sua passione di vita e che, come ha ricordato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha saputo servire le istituzioni e ricoprire posti di elevata responsabilità, senza perdere la sua spontaneità e profondità intellettuale manifestando sempre una naturale bontà umana. Una persona che, nonostante la sua sana posizione, non si è mai tirato indietro da un civile confronto e dall'onesta testimonianza.
Il giornalismo italiano dice così addio a uno dei personaggi più brillanti della stampa nazionale.

giovedì 20 novembre 2008

La politica & il web

Barack Obama è probabilmente destinato ad essere ricordato,per la sua campagna elettorale che potremmo definire 2.0, da numerosi storici, politologi ed esperti di comunicazione. Non è però il solo a mostrare di essere al passo con i tempi. La regina d'Inghilterra, infatti, da tempo ha intuito le potenzialità del web e si è dichiarata una assidua frequentatrice di Youtube. Su questo sito la casa reale ha creato il canale "The Royal Channel" dove è possibile vedere contenuti video che ripropongono i momenti più significativi della monarchia britannica. Originale è stata l'iniziativa della regina di trasmettere su questo canale il tradizionale messaggio natalizio di auguri.
Una comunicazione immediata e naturale è quella utilizzata dalla regina, una comunicazione che pertanto risulta essere distante da quella del passato,come mostra lo stesso video che ripropone anche uno spezzone del messaggio di auguri del 1957 .



Cellulare, i-pod, posta elettronica sono strumenti utilizzati dalla regina e questo dimostra come la monarchia britannica, nel corso degli anni, si sia sempre interessata alle nuove tecnologie. Queste non sono però solo una prerogativa dell'America e della Gran Bretagna, ma anche in Francia il presidente Nicolas Sarkozy ha sposato la politica del web. Il presidente ha, infatti, intensificato la sua presenza on-line attraverso un sito ufficiale ricco di video, tabelloni informativi e contenuti che consentono ad ogni utente la visualizzazione degli stessi in qualsiasi momento.

venerdì 14 novembre 2008

MARTEDì 4 NOVEMBRE 2008 L’AMERICA HA ELETTO IL SUO NUOVO PRESIDENTE: BARACK OBAMA, IL PRIMO AFRO-AMERICANO ALLA CASA BIANCA

  • L’Elezione di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti è l’ultimo atto di una straordinaria mobilitazione che ha visto il web svolgere un ruolo da protagonista. Fin dall’inizio della scalata verso la Casa Bianca, Obama ha messo al centro della sua strategia la comunicazione online ed ha utilizzando gli strumenti più innovativi della rete, i Social Media. Questa è stata la prima campagna elettorale che potremmo definire 2.0 e sarà oggetto di studio dei più attenti sociologi, politici e comunicatori in genere che vorranno utilizzare seriamente la rete come strumento di comunicazione (come scrive Martina). E televisione e radio? No! Sono "fuori moda" (Sonia).
  • Proprio come sottolinea Federica G., l'iniziale arma vincente di Obama è stata proprio il cambiamento, strategia utilizzata per contrastare la continuità, la sicurezza democratica e l'esperienza rappresentata dal suo avversario Hillary Clinton, icona della tradizione."YES WE CAN", slogan della sua campagna elettorale, ha in sè già l'immagine di una società americana che è cambiata per Caterina.
  • Obama è considerato un prodotto del mercato web, definito Presidente.com da Erika grazie al massiccio e sistematico uso dei social network, quali facebook, myspace, youtube, linked, iTunes, Twitter (come Federica M. ha scritto), ma anche dei videogiochi e della posta elettronica (Emmanuele), iPhone (Angela). Obama ha parlato a tutti gli americani con il linguaggio del tempo conquistandoli proprio attraverso il web e parlando loro attraverso i mezzi di comunicazione "della gente" (come scrivono Maria Laura B. e Maria Laura P.) Come sottolinea Andrea gli Stati Uniti d'America sono un paese talmente vasto che l'utilizzo della rete per coinvolgere e attirare i votanti appare quasi come un obbligo.
  • La "generazione Obama" è fatta di ragazzi cresciuti negli anni '90, che hanno passato la loro adolescenza tra Bush, l'11 settembre e la guerra in Iraq; il 66% degli elettori tra i 18 e i 29 anni ha votato per Obama, la loro partecipazione è aumentata del 6%, fino al 55% dell'elettorato giovanile. Un record ripreso da Silvia. La strategia di Obama è stata chiara: partire dal basso per provare ad arrivare in alto, non solo politicamente (Fabiola), ma anche cercare il voto di un elettorato "politicamente spento", che è però sensibile all'idea di cambiamento e alle tecnologie usate per veicolarla. Alessandra nel suo post scrive che i giovani nati tra l'80 e il '94 hanno parteggiato in maggioranza per Obama e in lui trovato un motivo di partecipazione, più o meno digitale e spesso straordinariamente creativa. Per Lilliana Barack Obama si sta trasformando in un forte simbolo che incarna le speranze politiche di molti giovani che erano ormai lontani dalla politica. Arianna osserva che all’indomani della vittoria, terminato il periodo elettorale, in Rete nascono e si sviluppano qua e là curiose campagne di comunicazione bottom-up, dal basso e alternative, nelle quali il dibattito è ormai tutto incentrato sulle possibilità che Obama ha di cambiare realmente le cose, non solo in America. Ci riuscirà? Gli americani sembrano non avere dubbi: "yes, Obama can!"
  • Per Ilaria B. Obama ha vinto usando Internet e ha raggiunto l'obiettivo che qualunque politico dovrebbe porsi: ascoltare le persone, confrontare le idee, fare sintesi. Il nuovo Presidente ha dimostrato non solo che l'America ha da insegnare alle altre grandi democrazie in termini di libertà e di uguaglianza, ma anche che il web ha restituito il potere al popolo (Mariano).
  • Il web, come sostiene Carola, continuerà ad essere protagonista anche durante il suo incarico presidenziale tanto è vero che nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, Obama ha presentato un nuovo sito internet grazie al quale i cittadini potranno inviargli consigli e suggerimenti partecipando, attivamente, alle scelte politiche del loro Presidente.
  • Il suo spirito creativo è stato premiato, si è guadagnato la presidenza degli USA. Il tempo delle promesse è, però, finito ed è giunto quello dei fatti. Non resta che aspettare e vedere se il suo nuovo modo di fare politica ripagherà le aspettative che ha creato (Matteo).

sabato 8 novembre 2008

Hope & Change




Per la prima volta in America diventa Presidente un uomo di colore, un uomo figlio della deportazione dei neri, un uomo che rappresenta il cambiamento che verrà portato sullo scenario americano. L'iniziale arma vincente di Obama è stata proprio il cambiamento, strategia utilizzata per contrastare la continuità rappresentata dal suo avversario Hillary Clinton, icona della tradizione.

Il Presidente di colore, in realtà, rappresenta una società che è già cambiata e che si è canalizzata su una strada che prima non esisteva. L'avvento delle nuove tecnologie e in particolare di internet ci ha cambiati, ha modificato il nostro modo di comunicare. Obama è riuscito a catturare i suoi elettori,quindi a ricevere consenso, proprio perchè ha compreso che il web ha modificato la società . Il nuovo Presidente americano ha, infatti, messo al centro della sua strategia la comunicazione online ed ha utilizzato gli strumenti più innovativi della rete. Il suo sito è un esempio di tecnologia e di interattività multimediale dove tutti possono iscriversi, interagire con gli altri o fare una donazione per la campagna elettorale grazie alla quale ha raccolto milioni di dollari dalla rete. Lo spot pubblicitario usato da Obama nella sua campagna elettorale è una strategia comunicativa che non solo fa sentire il singolo cittadino americano come parte di un unico gruppo , ma si rivolge anche al pubblico giovanile. "YES WE CAN" ha in sè già l'immagine di una società americana che è cambiata, una società non statica, ma dinamica; una società in continua evoluzione e trasformazione.





La dispendiosa campagna pubblicitaria condotta sul web non ha , infatti, portato Obama soltanto ad una mera vittoria, ma ha determinato l'aumento della percentuale dei votanti americani che hanno espresso la loro preferenza. Una strategia vincente quella attuata dall'ex senatore afroamericano che ha parlato agli americani con il linguaggio del tempo.

In una società frenetica come quella attuale internet risulta essere il mezzo di comunicazione maggiormente utilizzato in quanto è immediato ed essenziale e consente all'utente di ricevere un'informazione diretta e personalizzata. Obama si è mosso in questa direzione. L'ex senatore afroamericano sbarca così su facebook e su youtube attraverso canali dedicati interamente alla sua figura e allo sviluppo della sua campagna. Si è inserito nei cambiamenti di mentalità, di stili di vita e rapporti sociali sanciti dall'era del virtuale.

mercoledì 5 novembre 2008

Vi racconto la Mia vita

Inno alla vita ( Madre Teresa di Calcutta)

La vita è bellezza, ammirala.

La vita è un'opportunità, coglila.

La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala.

La vita è un dovere, compilo.

La vita è una ricchezza, scoprila.

La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è un gioco, giocalo.

La vita è amore, donala.

La vita è un mistero, scoprilo.

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.

La vita è un inno, cantala.

La vita è una lotta, accettala.

La vita è un'avventura, rischiala.

La vita è felicità, meritala.

La vita è la vita, difendila.

...ci hanno concesso solo una vita,soddisfatti o no qua non rimborsano mai"

... LA VITA... La MIA vita a soli 21 anni è un racconto già pieno di colpi di scena( se così si vuol dire), o per meglio far capire, io la definirei una strada lunga, difficile, contorta, colma di decisioni da dover prendere. Ma poi ci penso e credo che alla fine la vita di tutti, forse, è come la MIA, anche se ognuno ha il proprio cammino da percorrere e finisce con l'essere quindi un cammino UNICO...

... "LA VITA E' UN DONO"... concordo pienamente su questo... si tratta, però, di un DONO che viene offerto in pacchi diversi, ad ognuno il suo...

Ognuno di noi nasce in un luogo, in un determinato periodo storico, in una data famiglia e già tutte queste sono delle componenti che diversificano i pacchi tra di loro. C'è chi riceve un pacco più grande e più colorato, chi invece lo avrà più piccolo e con colori meno accesi, ma la cosa più importante è che ognuno deve accettare con AMORE il proprio perchè non potrà cambiarlo con quello che è stato assegnato ad un altro.




Il primo verso che un bambino emette quando nasce è il pianto. Piangere significa venire al mondo, significa dire "Da questo momento ci sono anch'io". ViVi dAvvERO, qUaNdO rEsPiRo Mi AccOrGo ChE eSiStO dAvvEro... IL pianto simboleggia il distacco dal grembo materno, un distacco che in realtà non esiste...la mamma è L'UNICA PERSONA CHE NON SI DISTACCHERA' MAI DA TE...




Molti sono stati i poeti,gli scrittori, i registi ed i cantautori che hanno parlato e riflettuto sulla VITA. Nonostante le difficoltà che possiamo incontrare nel nostro percorso è necessario vivere sempre con il sorriso, cercando di prendere il meglio di ciò che la vita ci offre, un pò come ci insegna il film "La vita è bella" di Roberto Benigni.

La vita è unica ed esiste solo una possibilità per fare le cose che vogliamo ed è proprio per questo motivo che ognuno di noi dovrebbe aprire velocemente quel pacco di cui parlavo prima e cogliere tutto ciò che è stato inserito dentro per NOI!!!

"Meglio falliti che in mano a questi banditi"

Fiumicino,18 settembre 2008: Il video ripropone l'ovazione ed i cori dei dipendenti Alitalia alla notizia del mancato acquisto della compagnia di bandiera italiana da parte della Cai.

La vicenda dell'Alitalia, il suo acquisto da parte della Cai, è tra i problemi che hanno inquietato l'Italia negli ultimi mesi. Al centro della questione le numerose trattative con le diverse organizzazioni sindacali. Il governo ha privilegiato le trattative con i sindacati confederali rispetto a quelle con i piloti. Tale situazione ha causato l'interruzione del negoziato da parte della Cai con il conseguente ritiro dell'offerta. Numerose sono state le manifestazioni da parte dei dipendenti della cordata italiana, i quali non accettarono la nuova gestione che l'azienda che stava nascendo intendeva attuare nei confronti della compagnia e dei rapporti con i clienti.